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Dalla
Roma repubblicana al medio impero
La città di Roma, già alla fine
del IV secolo, era diventata una delle maggiori potenze del Mediterraneo: cinta da undici
chilometri di mura (le mura Serviane costruite dopo il famoso episodio dei Galli), si
spingeva alla conquista dell'ltalia peninsulare.
Ha inizio cosi, nel 312 a.C. la costruzione della
via Appia voluta dal censore Appio Claudio Crasso
che nello stesso anno diede inizio ai lavori di costruzione
del primo acquedotto romano che dalle sorgenti tra
il settimo e l'ottavo miglio della via Prenestina
si attestava a Porta Maggiore.
Altro acquedotto, gravante sulla zona a ridosso dei Colli Albani, e quindi di Tor Vergata,
fu l'Anio vetus, costruito dal 272 al 269 a.C. che attingeva l'acqua direttamente
dall'Aniene in una zona posta fra le odierne città di Vicovaro e Mandela, puntava sui
Colli Albani e confluiva anch'esso a Porta Maggiore. Resti dello speco sotterraneo di
questo acquedotto sono stati trovati nel comprensorio universitario.
Terzo acquedotto, quello dell'Acqua Marcia costruito nel 144 a.C. dal pretore Quinto
Marcio Re: anch'esso prendeva l'acqua nell'alta valle dell'Aniene, si dirigeva sui Colli
Albani (i resti delle arcate si possono vedere ancora oggi sulla via Tuscolana) e giungeva
fino al Viminale. La realizzazione di questa monumentale rete idrica ed il suo passaggio
nel suburbio orientale, oltre a dimostrare il completo controllo di Roma sulla zona,
agevolò anche, con la sistemazione della rete viaria, l'impianto di insediamenti rustici
e di ville suburbane appartenenti non solo all'aristocrazia locale, ma anche a quella
romana. Ne è prova il ritrovamento a Tor Vergata, oltre al tracciato della via Labicana,
dei resti di una villa rustica la cui costruzione si fa risalire al 150 a.C., adorna di
pavimenti a mosaico e fornita di una cisterna per la raccolta di acqua. Dall'esame del
materiale trovato si ipotizza che la villa, con vari adattamenti, sia stata utilizzata
fino al 150-200 d.C.. |